LO STRESSSSSS....................
“FREUD E LA PSICOLOGIA DEL LAVORO”
La
psicologia è la scienza che studia il comportamento degli individui e i loro
processi mentali. Tale studio riguarda le dinamiche interne dell'individuo, i rapporti che intercorrono tra quest'ultimo e l'ambiente, il comportamento umano ed i processi
mentali che intercorrono tra gli stimoli
sensoriali e le relative risposte. Malgrado tutte le critiche e le condanne di
cui è stato oggetto, Freud famoso scrittore neurologo, ha continuato ad
esercitare un'influenza determinante sui modelli di comportamento odierni,
sulla cultura contemporanea in generale e dedicò particolare attenzione ai tre
livelli della vita psichica dell’individuo: Es, Io e Super Io.
Stress da lavoro
Il nuovo Testo Unico sulla Sicurezza
e la salute nei luoghi di lavoro stabilisce, dall’articolo 28, che il
datore di lavoro - nell'ambito della valutazione dei rischi - debba considerare
anche quelli "collegati allo stress lavoro-correlato".
Inserito proprio perché lo stress da lavoro
potrebbe causare non soltanto l’isolamento da amici e persone care ma vere e
proprie malattie del sistema corporeo come ad esempio cefalea, disturbi
gastrointestinali e cardiocircolatori o addirittura patologie ancora più gravi
come il tumore, nate nel periodo in cui la problematica lavorativa si era
accesa in modo intenso.
Lavoro, lavoro
e ancora lavoro è così che si arriva allo stress da lavoro, occupando tutto il
vostro tempo a lavorare sempre più fino ad escludere tutto il resto, amici,
vita sociale e persino la vostra stessa salute. Non ci sono cure specifiche a
questo problema ma di certo si può capire se si è affetti o pure no e poi da li
mollare un po’ la presa e ricavarsi un po’ di tempo per sé.
Lo stress da
lavoro colpisce moltissime persone, su 9 milioni di lavoratori in Italia, il 41
% soffre di stress da lavoro, e noi italiani stavolta siamo ai
posti più alti, i nostri cugini francesi, tedeschi e inglese hanno percentuali
di stress molto inferiori, i professionisti sono i più stressati
seguiti a ruota da tecnici e manager.
Vediamo ora le sette cattive abitudini
che a lungo andare, primo o poi ci faranno diventare stressatissimi:
1.
Incapacità di rilassarsi: è importante staccare la spina e rilassarsi un po’, perché un po’ di
stress fa anche bene ma troppo è veramente dannoso per l’organismo, dal mal di
testa, all’insonnia fino ai problemi cardiaci.
2. Cattiva alimentazione: il ritagliarsi pochissimo tempo
per se stessi implica anche non occuparsi della propria alimentazione e si finisce per mangiare quello che capita.
- Dormire poco: rinunciare alle
fisiologiche 6-8 ore di sonno perché si deve finire quel tale
progetto o quella cosa improrogabile ecc.… nocivo, troppo nocivo!!
- Vita
sedentaria: nel tagliare fuori tutto ovviamente non c’è tempo per l’attività
fisica che come ben sappiamo è fondamentale per vivere
bene.
- Andare a lavoro se non si sta bene:
pessimo segno… rimettersi in forze è fondamentale, la salute è
comunque la prima cosa, quindi ignorare il proprio corpo è stupido oltre
che inutile.
- Bere troppo e non
curarsi: chi lavora troppo tende a concedersi qualche bicchierino di
troppo, forse per rilassarsi o per prendere sonno…tra l’altro, altra cosa
gravissima, non ha il tempo per andare dal medico.
- Trascurare gli amici: tagliare fuori gli
amici dalle nostre vite per lavorare di più è malsano, oggi trascuri gli
amici, domani la famiglia, poi tua moglie e ad un tratto sei solo,
pelato e con un pacemaker.
Uno dei tanti eventi, dove si è manifestato tutto ciò,
è stato la creazione della:
CATENA DI MONTAGGIO…
…
Una catena di montaggio è un processo di assemblaggio, utilizzato nelle moderne industrie sin dai primi anni del XX secolo, teso ad ottimizzare il lavoro degli operai e a ridurre i tempi necessari per il montaggio di un
manufatto complesso.
Una
catena di montaggio è generalmente costituita da un nastro, definito nastro
trasportatore, che scorre portando con sé i diversi oggetti da assemblare
per ottenere il prodotto finito; ogni operaio può così assemblare un unico
pezzo, tramite movimenti ripetitivi e meccanici, permettendo un notevole
risparmio dei tempi di produzione: da quando questo metodo entrò in funzione,
negli stabilimenti della Ford, i tempi necessari a produrre una singola autovettura
si ridussero da 12 ore ad un'ora sola.
Negli
impianti moderni, l'apporto umano è comunque limitato: la maggior parte delle
catene di montaggio sono automatizzate ed i lavori maggiormente ripetitivi sono
svolti da robot
industriali.
il 1° dicembre 1913 la Ford introduce la prima
catena di montaggio.
Henry Ford, proprietario dell’omonima fabbrica
automobilistica, perfezionò il metodo della catena di montaggio ed
introdusse il principio della divisione dei ruoli degli operai, estendendo
l’uso del nastro trasportatore.
Grazie
ad un team di ingegneri, Ford sviluppò intere fabbriche basate sul concetto
della catena di montaggio, ed i benefici che le sue industrie trassero, in
termini di abbattimento dei tempi di produzione e di risparmio economico
furono tali da spingere la maggior parte delle compagnie industriali dell’epoca
ad assumere questo metodo, creando in definitiva un nuovo modo di intendere la
produzione seriale che prese appunto il nome di fordismo.
Molte
teorie nacquero intorno al fatto che il lavoro altamente ripetitivo e meccanico
richiesto agli operai dell’epoca nelle catene di montaggio provocasse
alienazione della psiche, e disturbi motori negli operai stessi. Ford ricevette
molte critiche per i problemi che i nuovi metodi di produzione da lui
utilizzati produssero nei suoi dipendenti, e tentò di rispondere istallando
nelle fabbriche dei presidi medici tesi a ridurre questi inconvenienti.
Le
problematiche connesse all'utilizzo delle catene di montaggio furono rese
celebri dal famosissimo film di Charlie
Chaplin, Tempi moderni, che fu, e resta tuttora, uno dei migliori
documentari degli effetti stressanti ed alienanti che tali metodi producevano negli operai
addetti alle catene di montaggio.
Commenti
Posta un commento